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"Nuovi" professionisti per nuovi bisogni
18/11/2021

Sono tanti i motivi che possono spingere una persona a mettersi in proprio: aspirazioni personali, tradizione familiare, ma anche necessità. Soprattutto in seguito al Coronavirus, con le tante incertezze che ha portato, il lavoro indipendente sta diventando una scelta sempre più frequente.

In realtà la crescita del numero di professionisti in Italia è iniziata molto prima della pandemia. Secondo una ricerca del Sole 24 Ore infatti, nell’ultimo decennio le professioni hanno avuto una crescita enorme nel nostro Paese, soprattutto quelle non legate a un ordine. Dal formatore al tributarista, dal web designer all’operatore sanitario, i professionisti iscritti alla gestione separata Inps sono quasi raddoppiati passando dai 227mila del 2008 ai 429mila del 2019 (+88%).

Questi professionisti aumentano perché vanno a coprire nuovi bisogni, sia delle aziende che delle famiglie, come dimostra ad esempio la crescita nel comparto della sanità dovuta alla pandemia.

Una delle categorie professionali che è cresciuta di più è quella dei formatori, soprattutto grazie ai tanti obblighi formativi che le aziende devono seguire: dalla sicurezza sul lavoro al corso per gli apprendisti, solo per citarne alcuni.

Un altro settore che è cresciuto molto è quello delle attività scientifiche e tecniche, passato dai 213mila del 2008 agli oltre 300mila del 2019, e in particolare tutte le attività di consulenza alle aziende: direzionale, gestionale, per l’internazionalizzazione e così via. Anche in questo caso, i professionisti intercettano le nuove domande delle aziende: più è complessa la gestione delle imprese, tra protocolli e nuovi adempimenti, più si ampliano domanda e offerta di consulenza.

E per rispondere ai nuovi bisogni anche gli strumenti utilizzati si adeguano: parliamo di tecnologia ovviamente. Vediamo ad esempio questa ricerca del Politecnico di Milano: nel 2020 il numero di studi che hanno investito oltre 10mila euro in information technology è passata dal 25 al 31%. Una differenza che secondo il Politecnico dà la misura della maggiore «sensibilità culturale» verso le nuove tecnologie, che possono migliorare notevolmente la qualità dei servizi offerti e l’efficienza della gestione.

Potremmo quindi riassumere che la nuova domanda di servizi da parte di privati e aziende sta portando a un’offerta sempre più articolata, sia come figure professionali sia come modalità per soddisfare i nuovi bisogni.

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