Bamboccioni: con questo termine colorito il ministro Padoa-Schioppa chiamava nel lontano 2007 i giovani che erano costretti a restare in casa coi genitori per le difficoltà economiche e la carenza di aiuti statali. Sono passati 14 anni e nel frattempo ci siamo trovati ad affrontare una pandemia, che sicuramente non ha aiutato la situazione. Lo Stato italiano però ha risposto alla crisi causata dal Covid e si è deciso a venire incontro ai giovani che vogliono comprare la loro prima casa. Ma cosa è stato fatto in pratica? Col Decreto Sostegni bis del luglio 2021, il governo ha introdotto delle agevolazioni fiscali per l’acquisto di un’abitazione da parte degli under 36.
Vediamo in breve alcune caratteristiche di questo decreto:
- Bisogna avere un reddito Isee inferiore ai 40 mila euro;
- L’agevolazione prevede la cancellazione delle imposte catastali, ipotecarie e di registro;
- E’ prevista anche l’esenzione dalle imposte sostitutive per i finanziamenti legati all’acquisto, costruzione e/o ristrutturazione dell’immobile;
- Le agevolazioni sono valide anche per le pertinenze dell’abitazione (es. box auto).
Segnaliamo che, grazie a questa manovra, anche i tassi dei mutui saranno calmierati. Un ottimo incentivo che è arrivato in una situazione già ottimistica per le richieste di mutuo degli under 36. Una ricerca CRIF mostra infatti che, grazie allo spread ai minimi storici, le richieste per questa fascia di età sono in crescita costante e nel terzo trimestre 2021 arrivano a 36% del totale, contro una media del 23% registrata nel 2020.
Tornado al nostro Decreto ristori, proprio nei giorni scorsi è arrivata una buona notizia: i vantaggi sono stati prorogati per tutto il 2022. Tutto questo ci fa sperare che un giovane restio all’acquisto della casa per le tante difficoltà e incertezze, possa avere così un incentivo a fare “il grande passo”.
Questo decreto potrà dare dei benefici non solo ai giovani, ma anche in generale a tutto il mercato che ruota intorno all’acquisto della casa: agenzie immobiliari, istituti finanziari, imprese edili. Un “win-win” per tutti, insomma.