Affittare ad un inquilino intenzionato a rimanervi a lungo oppure puntare sulla stagionalità e sui turisti? E' il dilemma che ogni proprietario di immobili si è trovato a dover affrontare, dopo aver deciso di mettere in affitto una casa o un appartamento. Ecco, ma quale delle due ipotesi è più conveniente?
Per provare a rispondere, bisogna analizzare i pro e i contro di entrambe. Un affitto a breve termine (ossia una locazione per periodi limitati di un immobile arredato, per trenta giorni al massimo) si traduce in una maggiore flessibilità per il proprietario in primis: è possibile locare l'immobile nei soli periodi dell'anno in cui non se ne voglia usufruire personalmente. Si tratta della soluzione ideale per quei proprietari che sono in grado di offrire ospitalità e alloggio in modo non regolare. Solitamente, la durata dei contratti d'affitto per le case vacanza varia da pochi giorni ad alcune settimane.
È possibile impostare tariffe dinamiche a seconda del fatto che ci si trovi in alta o bassa stagione o a ridosso di eventi locali popolari. Non solo: si può anche prevedere una durata minima dell'affitto in alta stagione, per assicurarsi di massimizzare i profitti.
Ci sono però altri aspetti di cui tenere conto, iniziando dai costi manutentivi: quando si è nel settore dell'affitto turistico, occorre mantenere le proprietà in uno stato eccellente altrimenti si rischia di ricevere recensioni negative sui vari portali di prenotazione. È quindi necessario provvedere con regolarità alla pulizia e alla manutenzione generale. Un problema di cui risentono molti locatori a breve termine è l'effetto della stagionalità sulla loro attività: se in alta stagione sono solitamente al completo, durante la bassa stagione le prenotazioni talvolta scarseggiano. Infine c'è la concorrenza: per le case vacanza e il mercato degli affitti turistici, l'offerta supera di gran lunga la domanda. Passando invece dalla parte opposta, uno dei principali vantaggi nell'affittare immobili a lungo termine consiste nella sicurezza di un reddito mensile sul quale fare affidamento.
Questa tipologia di locazione implica minori preoccupazioni connesse all'amministrazione dell'immobile (pratiche burocratiche, consegna delle chiavi, marketing, ecc.) perché una volta che l'inquilino firma il contratto di affitto, si conosce (con una relativa sicurezza) la durata della sua permanenza.
Non c'è poi nessuna necessità di arredare e c'è la possibilità di chiedere una caparra consistente a garanzia (con le utenze di solito a carico dell'affittuario). Fra i punti da considerare, c'è tuttavia una minore flessibilità rispetto alle locazioni a breve termine.
Oltre ai tempi potenzialmente più dilatati: considerando il tempo passato a vagliare i candidati e controllare le eventuali referenze prima di redigere il contratto, si capisce come questo possa trasformarsi in un processo piuttosto lungo.
Poi c'è anche la questione relativa al contratto, in questo caso più articolato. "I contratti di locazione abitativi a canone libero sono quelli in cui le parti risultano libere di decidere autonomamente l'importo del canone che l'inquilino corrisponderà al proprietario – ha spiegato Fabio Bonomi, responsabile di AffittaRe - spetta dunque alla volontà delle parti fissare il canone del contratto, ma la durata minima è stabilita dalla legge: si tratta di quattro anni iniziali, cui si aggiungono altri quattro anni in virtù di un rinnovo automatico. Per tale ragione si parla spesso di "contratto 4+4".
Quindi, conviene un affitto breve o uno lungo? Non c'è una risposta univoca: ci sono vantaggi in entrambe le opzioni, come abbiamo visto, e le variabili da considerare prima di decidere sono tante: dipende anche dall'ubicazione dell'immobile o dal fatto che la zona sia più o meno turistica.
E per scegliere quella migliore, non resta che affidarsi all'esperienza ed alla professionalità di Mediatori Group, con gli agenti sempre pronti a proporre all'utente la soluzione giusta caso per caso.